LA SITULA CERTOSA DI BOLOGNA, LUCA ZAGHETTO RACCONTA

Sabato 7 ottobre riprendono le Conferenze di archeologia, con Luca Zaghetto, che ci parlerà del suo nuovo studio dedicato alla Situla Certosa di Bologna. Chi ha partecipato alla conferenza del 2019 in cui Luca ha raccontato il suo lavoro sulla Situla Benvenuti di Este può immaginare cosa ci aspetta. Luca Zaghetto si è cimentato con un’altra straordinaria situla.

Sottolineate la data sul calendario e partecipate a questa iniziativa, ne sarete sorpresi. E’ l’occasione pressochè unica di ascoltare Luca Zaghetto, che sta conducendo un lavoro incredibile sull'”arte delle situle”, un’espressione artistica di primissimo piano della prima età del Ferro.

Durante la serata sarà possibile acquistare il volume “La situla certosa di Bologna” del relatore.

 

Sabato 7 ottobre, ore 21.15

LA SITULA CERTOSA DI BOLOGNA

ALLE ORIGINI DELLA RITUALITÀ NELL’ITALIA PROTOSTORICA

Dott. Luca Zaghetto

600 a.C. Bologna – Felsina per gli antichi – è una delle più ricche e sviluppate città d’Italia e del Continente. Nel secolo detto “dell’orientalizzante”, per il grande sfoggio di oggetti e costumi mutuati dal Vicino Oriente che furoreggia fra le elites di tutto il Mediterraneo, la città è un punto di riferimento culturale per l’intero arco alpino centro-orientale. Qui erano già giunti maestri dalla Siria e da altre zone del Levante, abili in un campo nel quale da millenni ormai in Europa si era persa quasi ogni cognizione: l’arte figurativa. Ecco allora che a Felsina – da immaginare quasi come una Firenze ante litteram – assieme a una ricca serie di stele in pietra che adornano i sepolcreti cittadini, nasce l’Arte delle situle, una produzione di manufatti figurati in bronzo destinata ad affermarsi in tutto il bacino altoadriatico. Rinvenuta nel 1870 da Alessandro Zannoni durante gli scavi della necropoli bolognese della Certosa, la situla, assieme alla Benvenuti 126 di Este, è il capolavoro di quest’arte. La narrazione, realizzata a sbalzo e ad incisione sulle pareti del vaso, è un testo complesso che, seppur già studiato e soprattutto citato un’infinità di volte, a 150 anni dalla sua edizione risulta in letteratura criptico e perlopiù indecifrato. Lo studio presentato in questo volume, utilizzando lo stesso metodo usato con la situla Benvenuti, dimostra invece come ci si trovi di fronte ad un’architettura altamente sofisticata nella quale ogni singolo segno ha un suo preciso posto e una sua precisa funzione, a formare un quadro d’insieme dotato di significato chiaro e coerente. Dalla maggior parte degli studiosi ritenuta un’opera a carattere funerario, la situla e la sua narrazione figurata vengono invece qui letti come estesa rappresentazione dell’antico rito delle genti etrusco-italiche: quello noto come suovetaurilia e che prevedeva la circumambulazione dei confini civici e il compimento di sacrifici di tori, ovicaprini e suini. Del tutto sorprendenti le analogie, ampiamente approfondite dall’Autore, fra il racconto figurato e le Tavole di Gubbio, «la più importante serie di testi scritti di carattere religioso e rituale dell’antichità greco-romana», come le ha definite G. Devoto, fonti preziosissime per raccontarci la mentalità religiosa dell’epoca e soprattutto la ritualità etruscoitalica. Totalmente innovativa, infine, la lettura in chiave geografica e astronomica di alcune parti, che mette in luce una dimensione finora totalmente sconosciuta (o misconosciuta) di quest’opera, ma anche dell’intera Arte delle situle: quella che lega insieme ed esprime, in forma precisa e chiara, lo spazio e il tempo del racconto.

 

Luca Zaghetto, archeologo, Laureato in Protostoria Europea presso l’Università di Roma “La Sapienza”, Phd e PostDoc presso l’Università di Padova. Si è occupato principalmente di studi territoriali e di iconografia pre-protostorica, con particolare attenzione alle civiltà altoadriatiche di età preromana e ai loro rapporti con il resto d’Europa e il Mediterraneo. Rilevanti sono i suoi studi nei confronti del mondo della immagini e in particolare dell’Arte delle situle (650 300 a.C.), soprattutto per l’uso di innovativi metodi di lettura e interpretazione, apprezzati a livello internazionale, che trovano piena applicazione nel suo recente volume (2017) dedicato alla situla Benvenuti, uno dei grandi capolavori dell’Arte delle situle.