ARRIVANO LE “CONFERENZE DI ARCHEOLOGIA” 2023 !!!! !!!!

Cominciano dal 16 settembre le “Conferenze di Archeologia” del Museo Archeologico Lomellino. Saranno ospiti archeologi e studiosi importantissimi che presenteranno temi e argomenti recentissimi e affascinanti: Federico Zoni dell’Università di Bergamo, attivo in campagne archeologiche in montagna, Luca Zaghetto alle prese con le sue eccezionali scoperte sull’arte delle situle, l’archeo-astronomo Guido Cossard con un suo nuovo studio sulle stelle … dei Celti, la ricercatrice Arancia Boffa, che parlerà di stili e mode dei popoli germanici, l’archeologo navale e subacqueo Stefano Medas … ascoltarli sarà un’occasione molto piacevole e interessante … non mancate !!!

CONFERENZE DI ARCHEOLOGIA

PROGRAMMA

Sabato 16 settembre, ore 21.15

SCAVARE LE MONTAGNE

L’archeologia delle alpi lombarde nelle recenti esperienze dell’università degli studi di Bergamo

Prof. Federico Zoni,

Università degli Studi di Bergamo, Archeologia medievale e di archeologia del paesaggio montano

Nel corso degli ultimi anni sono aumentate notevolmente le nostre conoscenze riguardo l’habitat, il rapporto con le risorse naturali e la circolazione di uomini e merci nei contesti di montagna. Sono svariati i gruppi di ricerca che affrontano questo tema e l’insieme dei risultati porta a considerazioni nuove sul ruolo che le vallate alpine e i passi di alta quota hanno avuto nella storia come cerniera tra l’Italia padana e l’Europa settentrionale. Nella presentazione verranno illustrati, dopo alcuni temi generali, i lavori che negli ultimi anni il team di storici e archeologi dell’Università degli studi di Bergamo hanno svolto nelle Alpi lombarde, come a Teglio, Caspoggio, al Passo di Fraele. Castelli medievali, borghi rurali, pascoli e luoghi di culto d’alta quota sono solo alcuni degli elementi di cui si parlerà con Federico Zoni, archeologo collaboratore del CST – Centro Studi sul Territorio dell’Università di Bergamo.

 

Federico Zoni (Bologna, 1986) è un archeologo medievista, professionista e ricercatore, che collabora da diversi anni con vari centri di ricerca in Italia e all’estero. Si occupa principalmente di archeologia di montagna, in particolare di siti fortificati, viabilità e tecnologie applicate ai contesti archeologici. Negli ultimi anni è stato direttore, o membro, di vari progetti di ricerca nazionali e internazionali su contesti alpini e direttore scientifico degli scavi archeologici dei castelli di Teglio, in Valtellina, e di Caspoggio, in Valmalenco.

 

Sabato 7 ottobre, ore 21.15

LA SITULA CERTOSA DI BOLOGNA

ALLE ORIGINI DELLA RITUALITÀ NELL’ITALIA PROTOSTORICA

Dott. Luca Zaghetto

600 a.C. Bologna – Felsina per gli antichi – è una delle più ricche e sviluppate città d’Italia e del Continente. Nel secolo detto “dell’orientalizzante”, per il grande sfoggio di oggetti e costumi mutuati dal Vicino Oriente che furoreggia fra le elites di tutto il Mediterraneo, la città è un punto di riferimento culturale per l’intero arco alpino centro-orientale. Qui erano già giunti maestri dalla Siria e da altre zone del Levante, abili in un campo nel quale da millenni ormai in Europa si era persa quasi ogni cognizione: l’arte figurativa. Ecco allora che a Felsina – da immaginare quasi come una Firenze ante litteram – assieme a una ricca serie di stele in pietra che adornano i sepolcreti cittadini, nasce l’Arte delle situle, una produzione di manufatti figurati in bronzo destinata ad affermarsi in tutto il bacino altoadriatico. Rinvenuta nel 1870 da Alessandro Zannoni durante gli scavi della necropoli bolognese della Certosa, la situla, assieme alla Benvenuti 126 di Este, è il capolavoro di quest’arte. La narrazione, realizzata a sbalzo e ad incisione sulle pareti del vaso, è un testo complesso che, seppur già studiato e soprattutto citato un’infinità di volte, a 150 anni dalla sua edizione risulta in letteratura criptico e perlopiù indecifrato. Lo studio presentato in questo volume, utilizzando lo stesso metodo usato con la situla Benvenuti, dimostra invece come ci si trovi di fronte ad un’architettura altamente sofisticata nella quale ogni singolo segno ha un suo preciso posto e una sua precisa funzione, a formare un quadro d’insieme dotato di significato chiaro e coerente. Dalla maggior parte degli studiosi ritenuta un’opera a carattere funerario, la situla e la sua narrazione figurata vengono invece qui letti come estesa rappresentazione dell’antico rito delle genti etrusco-italiche: quello noto come suovetaurilia e che prevedeva la circumambulazione dei confini civici e il compimento di sacrifici di tori, ovicaprini e suini. Del tutto sorprendenti le analogie, ampiamente approfondite dall’Autore, fra il racconto figurato e le Tavole di Gubbio, «la più importante serie di testi scritti di carattere religioso e rituale dell’antichità greco-romana», come le ha definite G. Devoto, fonti preziosissime per raccontarci la mentalità religiosa dell’epoca e soprattutto la ritualità etruscoitalica. Totalmente innovativa, infine, la lettura in chiave geografica e astronomica di alcune parti, che mette in luce una dimensione finora totalmente sconosciuta (o misconosciuta) di quest’opera, ma anche dell’intera Arte delle situle: quella che lega insieme ed esprime, in forma precisa e chiara, lo spazio e il tempo del racconto.

 

Luca Zaghetto, archeologo, Laureato in Protostoria Europea presso l’Università di Roma “La Sapienza”, Phd e PostDoc presso l’Università di Padova. Si è occupato principalmente di studi territoriali e di iconografia pre-protostorica, con particolare attenzione alle civiltà altoadriatiche di età preromana e ai loro rapporti con il resto d’Europa e il Mediterraneo. Rilevanti sono i suoi studi nei confronti del mondo della immagini e in particolare dell’Arte delle situle (650 300 a.C.), soprattutto per l’uso di innovativi metodi di lettura e interpretazione, apprezzati a livello internazionale, che trovano piena applicazione nel suo recente volume (2017) dedicato alla situla Benvenuti, uno dei grandi capolavori dell’Arte delle situle.

 

 

Sabato 21 ottobre, ore 21.15

LE STELLE DEI DRUIDI

ARCHEOASTRONOMIA DAI MEGALITI AI CELTI

Prof. Guido Cossard

L’archeoastronomia studia le conoscenze di astronomia delle popolazioni antiche e i loro rapporti con la loro vita sociale e religiosa. Ciò è particolarmente vero per i Celti, che non hanno lasciato strutture imponenti né scritti in grado di tramandare le loro credenze.

La strada delle stelle ci rivela alcuni elementi sorprendenti della loro cultura, come la raffinata misura del tempo, l’ossessione per la parte chiara e la parte scura dell’anno, l’originale struttura calendariale e la ricca simbologia.

 

Guido Cossard

Guido Cossard, fisico, è presidente dell’Associazione di Ricerche e Studi di Archeoastronomia Valdostana. Attivo conferenziere, è autore di numerose pubblicazioni: Storia e riti di Capodanno (Rizzoli 1999), Il lungo racconto dell’Origine (con Margherita Hack e Walter Ferreri, Baldini+Castoldi 2013), Cieli perduti (Utet 2018). Ha collaborato all’Atlante dell’Universo (Utet 1998). In considerazione del contributo allo studio dei siti megalitici della Valle d’Aosta, nel 2005 la International Astronomical Union (IAU) gli ha dedicato il pianetino (4993) 1983 GR, che da allora si chiama Cossard.

 

Sabato 11 novembre, ore 17.00

I GOTI OLTRE LA MODA

UNA RIFLESSIONE SULLA DIFFUSIONE DEL COMPLESSO CULTURALE GERMANICO-ORIENTALE ALLA LUCE DELL’ARCHEOLOGIA

Dott.ssa Arancia Boffa,

Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Nell’intervento sono sintetizzati i principali risultati della mia Tesi di Specializzazione in Archeologia (discussa presso l’Università Cattolica di Milano) avente per oggetto le fibule a staffa fuse in argento decorate a Kerbschnitt, una tipologia di spille considerata in bibliografia tipica delle donne germanico-orientali. Tale categoria di accessori femminili, riconducibili a una moda internazionale di origine pontico-danubiana, grazie alla mobilità tipica del Periodo delle Migrazioni venne diffusa a partire dalla metà del V fino ad, almeno, il secondo terzo del secolo successivo in un vasto areale compreso tra la Penisola Iberica e la Russia meridionale. La classificazione e lo studio della distribuzione, produzione e modalità di impiego dei reperti italiani condotti alla luce dei confronti stranieri hanno contribuito alla ricostruzione di alcuni aspetti della koinè germanico-orientale. È stato infatti possibile verificare come, nonostante le ampie distanze geografiche, l’appartenenza a questo complesso culturale venne rivendicata e rinnovata con modalità simili per più di un secolo da individui femminili riferiti in letteratura alla compagine politica dei Goti.

 

Sabato 25 novembre, ore 21.00

LA NAVIGAZIONE NEL MONDO ANTICO

UN ITINERARIO TRA ARCHEOLOGIA, STORIA E ETNOGRAFIA

Dr Stefano Medas

Junior Assistant Professor, Department of Cultural Heritage, “Alma Mater Studiorum” University of Bologna

L’intervento si incentrerà sugli aspetti della nautica antica che hanno trovato continuità nel corso dei secoli, sia in un contesto propriamente tecnico (navigazione, orientamento, sistemi per affrontare le tempeste) che antropologico (religiosità, credenze e sentimenti delle genti di mare). Un tema trasversale, dunque, affrontato attraverso l’analisi comparata tra mondo antico e tradizione.

Nello stesso contesto si potrà richiamare la recente edizione dello studio di Stefano Medas: Nautica antica. Itinerari nel mondo della navigazione tra archeologia, storia ed etnografia, L’Erma di Bretschneider, Roma 2022.

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LOCANDINA CONFERENZE DI ARCHEOLOGIA AUTUNNO 2023

INVITO CONFERENZE DI ARCHEOLOGIA 2023