UN RICORDO PER FRANCO MEZZENA

Il Museo Archeologico Lomellino ricorda con affetto e riconoscenza Franco Mezzena, mancato all’età di 84 anni. A lui e alla moglie Rosanna Mollo si devono in particolare la scoperta, lo scavo archeologico e i primi studi dell’eccezionale area megalitica di Saint Martin de Corleans di Aosta. Oggi il frutto della loro opera è lo splendido museo di quel contesto preistorico straordinario.

Il Dott. Mezzena, inoltre, più volte è stato ospite a Gambolò, al nostro museo, per conferenze, in cui ha avuto anche modo di raccontare la straordinaria area megalitica da lui scoperta. Lo abbiamo anche avuto come guida d’eccezione proprio sul cantiere di scavo di Aosta, ormai una trentina di anni fa e fu un’esperienza unica ed emozionante ascoltare il suo racconto. Siamo stati fra i fortunati che hanno potuto passeggiare con lui in quel sito, molto prima che nascesse il museo aostano. Anzi, ci raccontava Mezzena, allora non si sapeva bene cosa fare, lì avrebbe dovuto sorgere un supermercato, i cui lavori di sbancamento misero in luce il sito. Si pensava a una soluzione tipo un sotterraneo per conservare e musealizzare il sito. Capendone l’importanza, la Regione Valle d’Aosta e i suoi tecnici hanno saputo invece realizzare il museo che oggi valorizza un sito archeologico quasi unico.

Mezzena era nato a Verona nel 1940, dopo il diploma di maturità scientifica diventa assistente al Museo di Storia Naturale della città scaligera dal 1957 al 1967. Ha integrato la sua formazione nelle scienze naturali presso le università di Padova e Modena. Per un cinquantennio ha eseguito ricerche e scavi nel Veronese, nel Gargano e in Sicilia, con speciale riguardo all’arte preistorica. Soprattutto arrivò in Valle d’Aosta come sergente alla scuola militare alpina di Aosta. Nel 1969 fu il primo, insieme alla moglie Rosanna Mollo, anche lei fine archeologa, scomparsa nel 2013, a individuare ad Aosta le prime testimonianze riferibili all’Area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans, da lui scavate poi per oltre un ventennio. Contemporaneamente agli scavi promosse e coordinò un’esplorazione sistematica del territorio valdostano che portò a individuare una serie di notevoli insediamenti protostorici dei Salassi, dal fondovalle all’alta montagna.