ULTIME NOTIZIE DAL MEDIOEVO: ARRIVANO GLI ARCHEOINCONTRI 2023

E’ in arrivo il nuovo ciclo di Archeoincontri, la serie di conferenze del Museo Archeologico Lomellino dedicate a studi e ricerche di archeologia. Si parlerà di medioevo e avrete l’occasione, abbastanza rara, di ascoltare interventi di natura metodologica e di ricerca. Ci accompagneranno Alberto Massari, per introdurci a recenti attività di ricerca, affrontando aspetti metodologici, Federico Zoni, per parlare di alcune interessantissime campagne di scavo e ricerca sulle Alpi e Caterina Vergine, per illustrare la pratica di violare le tombe nell’alto medioevo … ma per quale reale motivo lo si faceva … ?

 

ARCHEOINCONTRI 2023: ULTIME NOTIZIE DAL MEDIOEVO

Sabato 11 marzo, ore 21.15

“INDAGARE I PAESAGGI ANTICHI E MEDIEVALI”

Metodi tradizionali e tecnologie innovative fra esempi italiani ed europei

Dott. Alberto Massari – Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

Il rapporto tra le comunità umane e l’ambiente naturale in cui esse vivono è al centro delle ricerche dell’archeologia del paesaggio, disciplina che, a partire dagli anni ’50 del ‘900, si è sviluppata in risposta alla volontà di non limitare le ricerche ai singoli siti archeologici, ma di estenderle ai contesti territoriali in cui essi si inseriscono, al fine di indagare le modalità con cui gli insediamenti interagivano in passato con i loro paesaggi. La disciplina si è sempre avvalsa di un ampio range di metodi, recependo le innovazioni provenienti dalla topografia, dal telerilevamento e dalla geomatica (fotogrammetria da drone, il LiDAR ecc.), dall’informatica e dall’intelligenza artificiale, ma anche dalle scienze naturali applicate all’archeologia (geoarcheologia, archeobotanica).

La conferenza approfondirà i metodi attraverso i quali si studiano i paesaggi antichi mediante una serie di casi di studio italiani ed europei.

 

Sabato 18 marzo, ore 21.15

“SCAVARE LE MONTAGNE. L’ARCHEOLOGIA DELLE ALPI LOMBARDE NELLE RECENTI ESPERIENZE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO”

Prof. Federico Zoni, Università degli Studi di Bergamo

Nel corso degli ultimi anni sono aumentate notevolmente le nostre conoscenze riguardo l’habitat, il rapporto con le risorse naturali e la circolazione di uomini e merci nei contesti di montagna. Sono svariati i gruppi di ricerca che affrontano questo tema e l’insieme dei risultati porta a considerazioni nuove sul ruolo che le vallate alpine e i passi di alta quota hanno avuto nella storia come cerniera tra l’Italia padana e l’Europa settentrionale. Nella presentazione verranno illustrati, dopo alcuni temi generali, i lavori che negli ultimi tre anni il team di storici e archeologi dell’Università degli studi di Bergamo hanno svolto nelle Alpi lombarde, in particolare in Valtellina. Castelli medievali, borghi rurali, pascoli d’alta quota, sono solo alcuni degli elementi di cui si parlerà con Federico Zoni, archeologo collaboratore del CST – Centro Studi sul Territorio dell’Università di Bergamo.

Federico Zoni (Bologna, 1986) è un archeologo medievista, professionista e ricercatore, che collabora da diversi anni con vari centri di ricerca in Italia e all’estero. Si occupa principalmente di archeologia di montagna, in particolare di siti fortificati, viabilità e tecnologie applicate ai contesti archeologici. Negli ultimi anni è stato direttore, o membro, di vari progetti di ricerca nazionali e internazionali su contesti alpini e direttore scientifico degli scavi archeologici dei castelli di Teglio, in Valtellina, e di Caspoggio, in Valmalenco.

 

 Sabato 25 marzo, ore 21.15

“SACCHEGGIO O RITUALITA’?

LA RIAPERTURA DELLE TOMBE BARBARICHE IN EUROPA E IN ITALIA”

Dott.ssa Caterina Vergine – Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

La riapertura delle sepolture è stata spesso considerata un disturbo e un limite alla comprensione del contesto archeologico: si è soliti, infatti, riferirsi a questo fenomeno con i termini di “violazione”, “saccheggio”, “furto”, “depredazione”, connotandolo in senso negativo. Negli ultimi anni, tuttavia, in diversi istituti universitari e di ricerca europei, si sta diffondendo un nuovo modo di pensare alle riaperture tombali, considerandole come una fase della vita della sepoltura da valorizzare e non come un’attività che ne altera l’integrità. Questi studi hanno portato non solo a definire metodi di analisi, ma anche ad immaginare nuove prospettive interpretative. Anche in Italia, alla luce dei lavori europei, hanno preso avvio ricerche incentrate sulle riaperture nelle necropoli di cultura longobarda. Durante l’incontro saranno presentati i dati di una prima quantificazione del fenomeno e alcuni contesti significativi, utili per far emergere la complessità di un tema che porta con sé molti interrogativi: chi ha operato le riaperture? Quanto tempo dopo la deposizione dei defunti? A che scopo?

 

Di seguito i dettagli della manifestazione:

ARCHEOINCONTRI 2023

DEPLIANT ARCHEOINCONTRI 2023