LA SCOPERTA DI UN PASSATO SELVAGGIO

LA SCOPERTA DI UN PASSATO SELVAGGIO. Venerdi’ 5 ottobre, ore 21.15

CONFERENZE DI ARCHEOLOGIA

Prof. Giulio Calegari, con Francesco Marelli

Con presentazione del volume “Aperture all’immaginario”, Quodlibet editore.

Traendo frutto dalla sua lunga esperienza nel campo dell’archeologia africana, l’autore propone qui una nuova via metodologica all’interpretazione delle tracce materiali lasciate dalle più antiche culture. A essere ripensato, nei suoi metodi di lavoro ma soprattutto nel modo di guardare le testimonianze del passato, è proprio il mestiere dell’archeologo, nel suo confronto con le testimonianze “dimenticate” – dell’uomo preistorico, ma anche dell’uomo contemporaneo.
È un approccio che tiene conto delle tracce “immateriali”, più difficili da cogliere, ma inestimabili, pur nella loro fondamentale “incertezza”, per chi ambisca a restituire una dimensione sensoriale più estesa alla ricostruzione del passato. Solo così è possibile ascoltare il racconto che anche i più modesti reperti – odorosi di fumo, di cibo e di terra – custodiscono, rivelando, al pari dell’arte, le tracce dell’“archeologia della bellezza” celata nell’immenso giacimento dell’umana quotidianità, anche in quella di un lontano passato senza memoria scritta. L’esperienza dell’invisibile e dei residui fantasmatici dell’uomo preistorico, inoltre, risulta di grande utilità materiale per l’antropologo, che può infatti riconoscere nel presente, in alcune abitudini e atteggiamenti – pratici quanto mentali – delle tribù del deserto, gli echi di un’antichità immemoriale.

APERTURE ALL'IMMAGINARIO
APERTURE ALL’IMMAGINARIO

Giulio Calegari, Architetto, già docente a contratto all’Accademia di Belle Arti di Brera, per il Corso“Archetipi dell’immaginario” e responsabile della Sezione di Paletnologia del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, dirige il periodico”Archeologia Africana”.  I suoi ambiti scientifici di competenza sono: la Paletnologia, l’Arte Rupestre e l’Etnoarcheologia. Autore di numerose pubblicazioni, conferenze e performances, ha compiuto osservazioni sul terreno in Turchia, Algeria, Niger. Dal 1983 ha diretto tutte le spedizioni archeologiche del Centro Studi Archeologia Africana e del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, in Mali, in Eritrea, in Marocco, in Togo, realizzando importanti scoperte. Ha curato, tra gli altri, i volumi “L’uomo e l’ambiente del Sahara preistorico” e “La religione della Sete” e pubblicato il “Repertorio dell’Arte Rupestre dell’Eritrea”. Nel 2015 è uscito il suo libro “Ricette atmosferiche- una guida situazionista di Milano; nel 2017 “Aperture all’immaginario. Tra archeologia africana e incertezze (Quodlibet). Dagli anni ’60 ha sviluppato una ricerca artistica, con mostre personali e collettive, sovente ricondotta alla sfera “antropologica”, proposta in ambiti prettamente scientifici piuttosto che in gallerie o luoghi deputati all’arte.

Francesco Marelli, scultore, è docente presso il Liceo Artistico di Busto Arsizio. Ha partecipato a numerose mostre collettive e personali ed è stato sovente ospite in eventi caratterizzati dal suo segno d’artista: traccia sottile di gesti e suoni trasformati in scultura. La musica, parte sostanziale del suo lavoro, viene da lui utilizzata in eventi poetici e scientifici, in una continua sperimentazione transculturale, dove il suono si fonde con le parole della ricerca, trasmutandosi con esse.

Presente come figura di spicco in spettacoli importanti, al Teatro Filodrammatici di Milano, al Teatro Binario Sette di Monza, ha approfondito anche la conoscenza del repertorio della canzone popolare lombarda, portandola in numerose   manifestazioni e in occasione di incontri artistici.